"Il passaggio difficile" di Francesco De Grandi
dal 30 settembre al 30 ottobre 2011
Un'opera unica, una grande installazione pittorica, molteplici visioni concepite per un solo viaggio, un attraversamento interiore, lento, rituale: Francesco De Grandi, talentuoso artista mid career che vive e lavora tra Palermo e Shanghai, ha concepito una mostra che va letta come una scrittura articolata e compatta, un testo narrativo, una sceneggiatura teatrale scandita in tre atti. Sono le immagini a ricamare una scrittura distesa su più livelli, che attinge da immaginari complessi legati alla pittura di genere (paesaggio, ritratto, natura morta), tra atmosfere gotiche e post-romantiche, estetica del nostalgico, venature noir, incursioni psichedeliche, celebrazione del sacro, sentimento panico della natura, gusto per il decadente.
Il leitmotiv del viaggio attraversa l'intero progetto espositivo, ricollegandosi a una immensa ed eterogenea tradizione letteraria: il viaggio come ricerca interiore, pulsione creativa, avventura spirituale, psicologica o esistenziale. E si va dall'Odissea alla Divina Commedia, passando per la Bibbia, dai fratelli Strugackij (e poi Tarkovskij) ai romanzi di Conrad, da Goethe a William Gibson, da Calvino a Jodorowsky.
Francesco de Grandi ha affidato questo tema alla sua pittura complessa, una pittura che gioca con il "genere" per de-strutturarlo. A cura di Marco Bazzini e Helga Marsala, il percorso espositivo era articolato in tre sezioni tematiche:
La terra matta. Un'ampia installazione a parete composta da piccolissime tele, rappresentazioni di figure umane miste ad animali o soggetti floreali, impregnate di un humor grottesco, quasi macchiettistico. Un campionario d'umanità border line quello messo in scena da De Grandi: soggetti al limite, in bilico tra l'umano e il post-umano, sull'orlo della caduta, della metamorfosi, dell'oscurità.
Il passaggio difficile. Una tela segna – letteralmente e metaforicamente – il passaggio: raffigurazione naturalistica dell'incavo, della fenditura madre, l'origine del mondo e il suo collasso. Un'altra immagine affida a un volto l'idea della verità, intrecciandola con quella della negazione. Sorta di non-ritratto, che fa della rappresentazione il luogo dell'ambiguo. Due piccoli, preziosi quadri rispolverano infine iconografie sacre e figure archetipiche legate all'idea di cammino, di spostamento. L'approccio all'immagine diventa qui realista, all'interno di una dimensione raccolta, meditativa.
Del solo amore. Sei grandi tele ritmano lo spazio in maniera dinamica. Unicamente paesaggi: frammenti di una natura accesa, fatta di ombre e improvvisi lampi di colore, si contrappongono ai soggetti della sezione precedente, affidata a toni cupi, terrosi. Qui il linguaggio viene spinto verso l'astrazione, e il paesaggio si fa celebrazione della vita autentica e del sacro, luogo segreto che sta oltre il passaggio, là dove si conclude idealmente il viaggio.
Progetto: Associazione culturale Ars Mediterranea, Galleria AIKE-DELL'ARCO, Palermo/Shanghai
Catalogo: Flaccovio Editore